Oltre 20 società di criptovalute lasciano la Cina: Un rapporto dalla Cina ha rivelato che oltre 20 aziende hanno chiuso a causa del divieto sulle crypto
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L’effetto del divieto cinese sugli Exchange come Binance, sulle criptovalute e sull’economia delle risorse digitali del paese è stato decisamente profondo poiché nuove statistiche hanno rivelato che almeno 20 aziende legate alle criptovalute sono state costrette a sospendere i loro servizi agli utenti cinesi o a chiudere completamente le loro attività.
Oltre 20 società di criptovalute chiudono in Cina
Secondo un rapporto del China Securities Journal, le società di criptovalute che sono state costrette a chiudere le loro operazioni includono scambi di criptovalute come Huocoin, Binance, BiKi, BHEX e molti altri scambi. Più di 20 imprese legate alle valute virtuali hanno annunciato che smetteranno di fornire servizi rilevanti per gli utenti in Cina e si ritireranno completamente dal mercato cinese. Imprese minerarie come Xinghuo Mine Pool, che è il più grande pool di miniere di Ethereum, insieme a Nbminer, un software di gestione dei minatori di schede grafiche e molti altri, hanno anche rilasciato vari annunci dichiarando che avrebbero cessato di fornire i loro servizi ai loro utenti cinesi.
Anche le piattaforme di informazioni sul mercato crittografico non sono escluse da questo divieto. Diverse app non piccole nella nicchia hanno dovuto annunciare che avrebbero smesso di offrire servizi agli utenti della regione per rimanere pienamente conformi alla politica. Siti crittografici popolari come CoinGecko e CoinMarketCap sono già inaccessibili per gli utenti cinesi poiché il paese ha bloccato l’IP di entrambi i siti.
Il nuovo divieto della Cina è il più severo
Parlando del motivo per cui queste attività stanno chiudendo, Ding Feipeng, il direttore dello studio legale di Pechino Liantong, è stato citato per aver affermato che:
“non importa se l’oggetto giuridico operativo delle attività legate alla valuta virtuale si trova in patria o all’estero, se il personale è in patria o all’estero, finché continueranno a fornire servizi agli utenti in Cina, la piattaforma e il suo personale dovranno affrontare la stessa varietà di sanzioni penali”
Il rapporto ha anche confermato la gravità del divieto in quanto evidenzia che il mercato interno delle valute virtuali è stato duramente colpito e potrebbe non esserci alcuna possibilità di resurrezione.
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